La vecchia che ingannò la morte …

Attività sulla competenza narrativa e interculturale, svolta con la tecnica dello storytelling per narrare, attraverso la creazione di storyboard, racconti che derivano da altre culture.
L’attività è stata svolta in classe IV con la metodologia cooperative learning : i bambini divisi in gruppo hanno letto, sottolineato e suddiviso il racconto e poi hanno creato degli storyboard su pannelli realizzati con la tecnica a gesso.
Ogni gruppo ha lavorato su una storia diversa che ha, poi, mostrato alla classe. Il racconto su cui bambini hanno lavorato è stato mostrato alla classe insieme a immagini e link relativi al Paese di origine da cui proviene il racconto.
I racconti sono stati scelti a seconda della provenienza dei bambini stranieri. La classe ha avuto modo di approfondire la conoscenza su Paese di origine dei compagni.

Prima parte : introduzione

 

Seconda parte : svolgimento

Terza parte : conclusione

La vecchia che ingannò la morte ( Albania)

Può darsi che sia vero, può darsi che non lo sia, ma c’era una volta
una donna vecchia vecchia. Era proprio molto, molto vecchia, piú vecchia del giardiniere che piantò il primo albero del mondo.
Eppure era piena di vita, e non si sognava affatto di morire. Era sempre indaffarata
in casa sua a lavare, pulire, cucinare, cucire, stirare e spolverare, proprio come una giovane massaia.
Ma un giorno la Morte si ricordò della vecchia e venne a bussare alla
porta di casa sua. La vecchia stava facendo il bucato e disse che proprio in
quel momento non poteva andarsene via. Doveva ancora sciacquare, strizzare,
far asciugare e stirare la sua roba. A far in fretta, pensava che sarebbe
stata pronta, nel migliore dei casi, la mattina dopo;
quindi, la Morte avrebbe fatto bene a ritornare da lei il giorno appresso.
– Aspettatemi, allora, domani alla stessa ora, – fece la Morte e scrisse col gesso sulla porta: «Domani».
Il giorno dopo la Morte tornò a prendere la vecchia.
– Ma, signora Morte, vi siete certamente sbagliata. Guardate sulla
porta e vedrete quando è fissato che veniate a prendermi, – osservò la vecchia.
La Morte guardò sulla porta e lesse: «Domani».
– Vedete, dunque, – aggiunse la vecchia. – Venite domani e non oggi.
La Morte se ne andò e ritornò il giorno dopo. La vecchia l’accolse con un sorriso dicendo:
– Ma, signora Morte, vi siete sbagliata un’altra volta. Non vi ricordate
d’aver scritto voi stessa sulla porta che sareste venuta domani e non oggi?
E cosí la storia andò avanti per un mese intero.
Ma la Morte finí per stancarsi. L’ultimo giorno del mese disse:
– Mi state ingannando, vecchia mia! Domani verrò da voi per l’ultima
volta. Ricordatevelo bene! – E cancellò dalla porta quel che lei stessa aveva scritto e se ne andò.
La vecchia, a questo punto, smise di sorridere. Pensa e ripensa, voleva
escogitare un’altra maniera per ingannare la Morte. Non chiuse occhio
tutta la notte, ma non combinò nulla.
«Mi nasconderò nel bariletto del miele, – diceva fra sé e sé la vecchia.
– La Morte non mi troverà certo lí dentro!». E si nascose nel bariletto del
miele, lasciando scoperto soltanto il naso.
Ma subito pensò: «Per l’amor del cielo, la Morte è furba! Mi troverà anche nel bariletto del miele e mi
porterà via!».
Saltò fuori dal bariletto e andò a nascondersi in una cesta piena di piume d’oca.
Ma subito pensò: «Per l’amor del cielo, la Morte è furba! Mi troverà anche nella cesta».
Mentre saltava fuori dalla cesta la Morte entrò nella stanza.
Guardò intorno e non riuscí a vedere la vecchia da nessuna parte.
Al suo posto vide una spaventosa, terribile figura, tutta coperta di piume
bianche, e con qualcosa di denso che le gocciolava di dosso.
Non poteva essere un uccello, e neppure una persona: era, comunque, una cosa terribile
a vedersi. La Morte ne rimase cosí spaventata che alzò i tacchi e fuggí, e non tornò piú a cercare la vecchia.

 

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